1. Che cos'è la coscienza? La coscienza è un giudizio della ragione mediante il quale l'uomo riconosce la bontà o la cattiveria di un atto. Per esempio, dice: "Sono consapevole che questo dettaglio con i miei genitori è buono".
2. Che cosa è necessario per avere coscienza? Per emettere un giudizio di coscienza sul bene o male di un atto, è necessaria un'intelligenza che giudichi e una conoscenza preventiva che sia la base su cui si appoggia questo giudizio morale. Qualcosa di simile succede quando la comprensione si regola sulla verità di qualcosa. Per esempio, all'ascoltare: "le mucche volano" la ragione emette un giudizio immediato che dice: "falso". Questo giudizio è basato sulla conoscenza preventiva di mucche e di volo.
3. Qual è la base di appoggio per la coscienza? Il giudizio di coscienza si basa sulla conoscenza della natura umana e di quello che le conviene. Questa saggezza si acquisisce da due fonti:
- Da un lato, la propria natura umana richiama un modo d'agire che chiamiamo legge naturale. Il Creatore ci ha fatto in una determinata maniera ed è registrata nell'uomo una conoscenza basica di ciò che è bene o male.
- Inoltre, il Signore ha voluto manifestare chiaramente quello che ci conviene, e disponiamo dei dieci comandamenti e degli insegnamenti di Gesù Cristo, che aiutano a formare la coscienza.
4. Come formarsi bene la coscienza? Il giudizio morale dell'intelligenza si fa più sicuro se l'uomo ottiene sempre più conoscenze dalle due fonti precedenti.
- Per conoscere meglio la natura umana sarà bene favorire il desiderio di cercare la verità e di operare bene. Anche quest'ultimo, poiché alla base di operare male l'intelligenza si abitua male e perde chiarezza di giudizio.
- Per imparare o ricordare gli insegnamenti di Gesù Cristo, si dovrà andare a mezzi di formazione cristiana: discorsi, omelie, brevi corsi di studio, libri, ecc.
- Per l'applicazione pratica di queste conoscenze, sarà bene ascoltare il consiglio di persone buone e competenti.
5. Conviene avere una coscienza ben formata? È importante distinguere il bene dal male, per accertare quello che conviene fare. I grandi criminali hanno la coscienza deformata e si dice di essi che sono uomini senza coscienza.
6. Qualità della coscienza?
- La coscienza non crea la legge, ma applica la legge di Dio al caso completo.- L'uomo non inventa il bene e il male, ma giudica in base alla legge naturale incisa nella sua natura. Un borseggiatore può autoconvincersi che rubare è bene, ma non lo è. Semplicemente si sbaglia.
- La coscienza è inseparabile dagli atti umani.- Si chiamano atti umani quelli volontari e liberi, e perciò consapevoli. Consapevole della sua bontà sensibile -mi piace- e della sua bontà morale -mi conviene-.
- La coscienza istruisce sul bene e muove ad operare.- Il giudizio di coscienza è pratico: questo lo posso o lo devo fare; questo lo devo evitare. E si acquisisce esperienza.
- La coscienza approva o rimprovera.- Il giudizio di coscienza è principalmente anteriore all'azione, per operare o no. Ma una persona continua a riflettere dopo aver agito, con un parere di approvazione e di pace se ha operato bene o di inquieto rifiuto, se ha agito male. Per questo l'uomo è responsabile di se stesso.
7. Libertà delle coscienze? Si deve rispettare la libertà delle coscienze, ma questo non significa che la coscienza sia indipendente dalla legge divina. In questo campo la libertà consiste in assenza di coercizione al cercare la verità, però non indipendenza rispetto alla verità. Una persona può convincersi che rubare è bene, o che non esiste Pechino. In entrambi i casi opera liberamente, però non accerta con la verità - morale o geografica-(relativismo).
8. Un terrorista uccide d'accordo con la sua coscienza.Perché fa male? Non fa male a seguire la sua coscienza, ma per averla deformata fino a questo punto. (In realtà davanti a casi tanto innaturali, la coscienza continua a protestare e il terrorista deve sottomettere il suo proprio pensiero ogni volta che agisce).
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